Fedeli compagne d’avventura, le emozioni sono con noi ogni giorno della nostra vita sin dalla nascita: la gioia provata nei giochi della nostra infanzia, la tristezza per un’amicizia finita, la rabbia per un tradimento, ogni singolo momento della nostra esistenza è accompagnato da una nota emotiva.
Cosa sono le emozioni
Le emozioni ci hanno permesso di sopravvivere fino ad oggi: sono quel campanello d’allarme che ci indica la strada da seguire per evitare pericoli ed insidie vari. Possiamo definire l’emozione come uno stato d’animo che una persona prova in un preciso momento o situazione: si tratta di qualcosa di temporaneo, che ha una durata variabile, ma solitamente limitata, a differenza del sentimento che invece si protrae nel tempo.
Come agiscono le emozioni
Provare un’emozione comporta dei cambiamenti a livello:
- Fisiologico. Il corpo manifesta dei segnali specifici senza che noi possiamo gestirli. Pensa a quando provi vergogna e le tue guance arrossiscono, oppure quando provi paura e inizi a tremare: sono tutte reazioni immediate e incontrollabili che, in alcuni casi, vorremmo addirittura nascondere!
- Psicologico-cognitivo. Le emozioni che proviamo modificano il nostro modo di interpretare gli eventi. Rifletti su come cambia il tuo modo di pensare quando provi rabbia o quando provi gioia: non c’è paragone!
- Comportamentale. Le emozioni ci spingono all’azione, sono programmate proprio per incentivare i comportamenti che ci fanno stare bene ed evitare quelli che ci appaiono dannosi. Pensa a cosa faresti in una situazione in cui provi paura: probabilmente scapperesti a gambe levate!
Nella terapia cognitivo comportamentale, le emozioni sono strettamente connesse ai pensieri e ai comportamenti, in un rapporto di causa effetto in cui l’uno influenza ed è influenzato dall’altro.
Come si formano le emozioni
Nella mia esperienza, quando chiedo ai pazienti “Cosa ti ha fatto provare questa emozione?” la risposta più frequente si riferisce alla situazione. Ad esempio: “Mi sono arrabbiato perché lui si è comportato male!”. Vista così, sembra non esserci scampo per la persona: prova rabbia per colpa dell’altro e non può farci nulla e, di conseguenza, anche i suoi comportamenti saranno irrimediabilmente guidati dalla stessa emozione. In realtà, tra la situazione e l’emozione che provi c’è qualcos’altro: il pensiero. Non è la situazione che genera in noi gioia, ansia o rabbia, ma l’interpretazione che diamo all’evento.
Facciamo un esempio: due persone vedono un cagnolino che si avvicina tranquillamente a loro, una prova gioia e l’altra paura, perché? Probabilmente la prima pensa “Che carino questo cane!” mentre la seconda “Aiuto, sicuramente mi morderà!” Stessa situazione ma pensieri diversi.
Se guardiamo alle emozioni da questo punto di vista, ci accorgiamo che non sono qualcosa che non possiamo mai gestire: a volte le persone sono addirittura spaventate da ciò che provano o si sentono in balia dei propri stati d’animo e non lo accettano. Ma, adesso che sai che dipendono dal tuo pensiero, puoi lavorare su di esso al fine di cambiare il tono emotivo delle tue esperienze. Diversi studi hanno dimostrato che affrontare una malattia con un pensiero positivo e quindi con emozioni positive, ne migliora la prognosi: il nostro cervello è meraviglioso!
Quali sono le emozioni
Gli studiosi hanno fatto una distinzione tra emozioni primarie e secondarie: le prime le sperimentiamo sin dalla nascita, sono un pacchetto di cui siamo dotati da subito che permette al neonato di esprimersi e farsi comprendere dal genitore. Ciò vuol dire che le emozioni primarie sono innate e, come dimostrato dal celebre psicologo americano Paul Ekman, universali: quindi, in qualunque posto del mondo ci troviamo, le persone le proveranno e le mostreranno allo stesso modo. In questa categorie rientrano la gioia, la tristezza, la rabbia, il disgusto, la sorpresa e la paura.
Le secondarie, invece, compaiono più tardi, entro i due anni, e sono una combinazione delle primarie influenzate dalla cultura di riferimento della persona: tra queste troviamo la vergogna, la colpa, l’imbarazzo e tutte le altre emozioni che conosciamo.
Le emozioni primarie
Ognuna di esse può essere provata o espressa con gradi diversi di intensità e in generale possiedono queste caratteristiche:
- Gioia. La più ricercata tra le emozioni, è associata a sensazioni fisiche di benessere che portano la persona a mettere nuovamente in atto i comportamenti che l’hanno elicitata.
- Tristezza. È un’emozione che rappresenta la sofferenza ed è legata spesso ad una perdita: solitamente è associata a sensazioni fisiche di stanchezza e spossatezza. Tendiamo ad evitarla ma in realtà, nelle giuste dosi, ci costringe a fermarci facendoci rifugiare nella nostra intimità e a focalizzarci sul problema che ci affligge: solo così possiamo connetterci meglio con noi stessi e superare gli ostacoli che incontriamo nella nostra vita.
- Paura. In questo caso temiamo che qualcosa o qualcuno possa danneggiarci, sia se si trova fisicamente davanti a noi sia che si tratti solo di un pensiero. A livello corporeo possiamo avere tremori, respiro e battito accelerato, sudore e la pelle che impallidisce.
- Disgusto. Questa Emozione è associata alla repulsione per un sapore, un odore oppure una situazione o una persona: in ogni caso, l’obiettivo è allontanarsi o eliminarlo. Nei casi peggiori, si possono avere nausea e vomito.
- Rabbia. Potremmo definirla l’emozione più pericolosa, specie per l’incolumità di chi ci sta di fronte! Può avere origine da una minaccia fisica, da qualcuno o qualcosa che interferisce nelle nostre attività, che ci impedisce di realizzare i nostri scopi o dall’offesa dei nostri principi morali ed etici. Solitamente viene percepita come un fuoco che brucia dentro di noi e infatti si può manifestare con rossore nel volto, battito cardiaco accelerato e addirittura con una sensazione di prurito alle mani, come se ci preparassimo a combattere fisicamente.
- Sorpresa. Questa è l’unica emozione neutra e di breve durata a cui subito dopo ne subentra un’altra. Ad esempio possiamo provare sorpresa per aver incontrato per caso il nostro cantante preferito e subito dopo sperimentiamo la gioia, oppure la proviamo quando riceviamo un regalo inaspettato e, dopo averlo scartato, proviamo delusione perché non ci piace affatto.
Siamo abituati a distinguere tra emozioni positive ed emozioni negative, in realtà sono tutte funzionali per l’uomo: non potremmo sopravvivere senza la paura che ci fa allontanare da qualcosa di pericoloso, né senza il disgusto che ci tiene lontani da cibi potenzialmente pericolosi.
Convenzioni sociali
Generalmente le persone manifestano le emozioni attraverso il corpo e il linguaggio non verbale nello stesso modo: ciò che cambia da individuo a individuo sono le regole di esibizione, cioè le occasioni in cui tali emozioni si possono esprimere.
Già Paul Ekman nelle sue ricerche aveva evidenziato come soggetti di culture diverse, in questo caso americani e giapponesi, esternavano le proprie emozioni nello stesso modo quando erano da soli, mentre quando erano in presenza di qualcun altro, soprattutto i giapponesi tendevano a mascherare le manifestazioni delle emozioni sgradevoli.
Anche nella nostra cultura esistono delle norme sociali che regolano l’espressione delle emozioni: ad esempio
- gli uomini non possono provare e mostrare paura altrimenti vengono etichettati in maniera dispregiativa come delle femminucce
- alle donne è sconsigliato manifestare la rabbia a favore di un atteggiamento più remissivo
- nei concorsi di bellezza la vincitrice deve piangere mentre la seconda classificata deve abbracciare ed essere felice per l’altra anche se dubito sia veramente così!
Perché è importante conoscere e riconoscere le emozioni
Le persone che hanno una buona competenza emotiva riescono a comprendere meglio cosa accade in sé stessi e negli altri e ciò conduce sia ad una crescita personale che a relazioni interpersonali migliori. Tanto più riesci a capire il significato delle emozioni che provi nelle diverse situazioni, tanto più sarai in grado di regolare il tuo comportamento in maniera funzionale.
Come puoi farlo? Il primo passo è portare una maggiore attenzione a ciò che accade dentro di te: soffermati ad analizzare i segnali del tuo corpo e i pensieri che affollano la tua mente, ti abituerai così a riconoscere le tue emozioni, a comprenderne l’origine e a gestirle nel modo migliore.
Un piccolo consiglio: se non lo hai già fatto, guarda il film d’animazione Inside Out! Non è un semplice cartone animato, è un vero e proprio spaccato sulla mente umana e sulle emozioni e in maniera divertente parla benissimo dell’argomento. ☺
Qui puoi vedere il trailer del film > https://www.youtube.com/watch?v=pI1PY1dxdYs
Spero ti sia piaciuto il mio articolo sulle emozioni: per qualsiasi dubbio non esitare a contattarmi!
Lisa Bellaspiga – Psicologa e Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale
[Fonte Immagini: Pixabay]