L’ American Psychiatric Association definisce l’ansia come “un’anticipazione apprensiva di un pericolo o di un evento negativi futuri, accompagnata da sentimenti di disforia o da sintomi fisici di tensione. Gli elementi esposti al rischio possono appartenere sia al mondo interno che a quello esterno.”
Quindi, possiamo definire l’ansia come un campanello d’allarme: il nostro cervello riconosce un pericolo, fa scattare la sirena e ci ritroviamo in uno stato di allerta.
Le caratteristiche dell’ansia.
L’ansia è sempre negativa? No! Innanzitutto, stiamo parlando di un’emozione, quindi, uno stato d’animo che una persona prova in un preciso momento. In questo articolo ne abbiamo parlato in maniera più approfondita, ma qui possiamo limitarci a ricordare che le emozioni sono fisiologiche ed importantissime per l’essere umano! Per questo motivo, non possiamo pensare di eliminarla per sempre dalla nostra esperienza. Fa parte di noi e contribuisce alla sopravvivenza dell’uomo.
Infatti, l’ansia fisiologica ci permette di affrontare delle situazioni nuove o problematiche in maniera funzionale. Pensa a come affronteresti un importante esame senza provare ansia, probabilmente non studieresti nello stesso modo… Al contrario, l’ansia diventa disfunzionale quando ci impedisce di fare qualcosa che non ci mette a rischio o che non è dannosa per noi, come uscire con gli amici o recarci a lavoro.
Non c’è un’unica causa alla base dell’ansia: qualunque stimolo, sia esso una situazione o un pensiero, possono scatenare quest’emozione nell’individuo. A volte è facilmente identificabile, altre invece la persona fa fatica a trovare l’evento attivante.
Nella definizione che abbiamo visto prima, vengono citati i sintomi fisici: infatti, ogni emozione è associata a risposte fisiologiche e in un attacco d’ansia generalmente troviamo:
- Difficoltà respiratorie
- Sensazione di soffocamento
- Battito cardiaco accelerato
- Tremori
- Sudorazione
A questi si uniscono sintomi psicologici come:
- Preoccupazione
- Difficoltà nel mantenere l’attenzione
- Irritabilità
È molto frequente che all’ansia si associ la paura: una sensazione di pericolo imminente, paura di perdere il controllo, di morire o di impazzire. In letteratura, la paura viene descritta come una risposta complessa e multicomponenziale che include uno stato di attivazione fisiologica, delle manifestazioni comportamentali specifiche e un resoconto verbale dell’individuo di uno stato soggettivo di tensione e di apprensione. La paura è una risposta emotiva a una minaccia imminente, mentre l’ansia è l’anticipazione di una minaccia futura. Come vedi, possono essere facilmente confuse, ma è importante distinguerle al fine di lavorare efficacemente sull’una o sull’altra e ristabilire un equilibrio nell’individuo.
A cosa può portare l’ansia?
La principale strategia comportamentale che viene messa in atto è la fuga: spesso la persona evita di affrontare le situazioni che attivano quest’emozione. In un primo momento potrebbe sembrare un rimedio efficace visto che l’ansia diminuisce o sparisce, ma in realtà è una risposta disfunzionale che rinforza e mantiene il disturbo.
Quando ci troviamo di fronte ad un disturbo d’ansia? Quando l’ansia diventa persistente e eccessiva rispetto allo stadio di sviluppo della persona. Nello spettro ansioso sono compresi disturbi differenti tra loro e i più diffusi negli adulti sono:
L’asia e la terapia cognitivo comportamentale
La terapia cognitivo comportamentale affronta i disturbi ansiosi con diversi modelli. Questi hanno in comune il principio secondo cui l’ansia sia associata a fenomeni di distorsione e ad errori nell’elaborazione delle informazioni provenienti dalle diverse situazioni. In altre parole, l’individuo impiega degli schemi cognitivi inadeguati che gli impediscono di valutare correttamente ciò che sta accadendo e soprattutto quanto sia pericoloso per lui. Il sistema di allarme della persona diventa ipersensibile e crea molti falsi positivi, cioè allarmi in assenza di pericolo. Tutto ciò porta la persona a provare paura, come abbiamo detto in precedenza, e a sentirsi vulnerabile. Il terapeuta aiuta il paziente a indagare tali convinzioni disfunzionali e a ristrutturarle.
È molto importante non sottovalutare i disturbi d’ansia e affrontarli il prima possibile.
Se hai dubbi o domande non esitare a contattarmi.
Lisa Bellaspiga – Psicologa e Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale
[Fonte Immagini: Pixabay]