parolacce

Le parolacce dei bambini sono un cruccio per molti genitori che spesso non sanno come gestirle. Infatti, se tra adulti l’uso di alcuni termini è consentito in determinati contesti, per i più piccoli le cose cambiano. Alcuni temono che siano i primi segnali di un comportamento violento, altri che influenzeranno lo sviluppo emotivo dei bambini.

In realtà, le parolacce non sono tutte uguali e non hanno tutte lo stesso significato: vediamo insieme come gestirle.

Perché le parolacce affascinano così tanto?

Principalmente perché generano negli adulti delle reazioni: sorpresa, imbarazzo, rabbia o addirittura divertimento. Con un semplice termine, il bambino riesce a catturare l’attenzione dell’adulto e questo, specie per i più piccoli, è fondamentale.

Poi, quando sono più grandi, i bambini associano le parolacce a qualcosa di proibito e che possono usare solo in certi contesti come nel gruppo di amici.

Infine, nell’adolescenza diventano il simbolo della ribellione e del rifiuto delle regole degli adulti.

Inoltre, le parolacce possono avere diverse funzioni:

  • Divertimento: pronunciare termini che sembrano spiritosi come cacca o simili.
  • Offese: parole che hanno l’obiettivo di sminuire l’altra persona.
  • Imprecazioni: una modalità per tirare fuori emozioni negative.
  • Oscenità: termini che rimandano ad aspetti sessuali.

È fondamentale ascoltare i bambini: a seconda della parolaccia pronunciata, il genitore può intervenire nella maniera più opportuna.

Cosa fare?

La strada più semplice è non usare le parolacce davanti ai bambini

L’imitazione è il principale meccanismo di apprendimento quindi tanto più il linguaggio in famiglia è appropriato, tanto più i bambini impareranno le regole di una buona comunicazione. Attenzione anche a cosa guardano in tv e in rete!

Stabilire regole chiare e precise che valgono per tutti

Ad esempio: “In casa nessuno usa parolacce”. Quando l’adulto ne dice una, è importante ammettere l’errore e non pronunciare frasi come “Io sono adulto e posso fare ciò che voglio”.

Se il bambino è piccolo, mantenere la calma e ignorare il comportamento

La parolaccia che non riesce a suscitare una reazione nell’adulto perde la sua importanza e la probabilità che venga usata per attirare l’attenzione.

Quando i bambini sono più grandi è utile far capire che le parolacce provocano delle conseguenze negative negli altri

A seconda della tipologia di parolaccia utilizzata, il genitore può aiutare il bambino a comprendere che tipo di reazione suscita quel comportamento. Può essere un buon esercizio mettersi nei panni dell’altro per immaginare come si sente e sviluppare empatia.

Ancora una volta, l’esempio dei genitori è fondamentale: se gli adulti mostrano costantemente le regole di una convivenza civile, i bambini le apprenderanno in maniera naturale.

Comprendere come e perché si dicono le parolacce

Durante la crescita, i ragazzini hanno bisogno di imitare i coetanei per sentirsi forti e simili agli altri: il linguaggio diventa quindi uno strumento per omologarsi al gruppo. Ma quanto è forte il bisogno di imitazione? Questo può essere un punto di partenza per riflettere sulla costruzione dell’autostima nel ragazzo.

Inoltre, il modo in cui si esprime la parolaccia può dare indicazioni sullo stato d’animo del bambino: se è sempre accompagnata da emozioni e manifestazioni intense come rabbia, ansia o agitazione, è possibile che stia cercando di comunicare un disagio che non riesce ad esprimere in altri modi.

Spero che questo articolo sia stato utile: essere genitori è un viaggio tanto bello quanto impegnativo! Se vuoi puoi contattarmi qui.

Lisa BellaspigaPsicologa e Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale

[Fonte Immagini: Pixabay]

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