“Capacità di problem solving”: sono sicura che anche tu, almeno una volta, hai inserito questa voce nel tuo curriculum vitae! Ma sai veramente cos’è e come si mette in pratica?
Ci sono persone in grado di prendere decisioni velocemente, altre che impiegano tanto tempo, altre ancora che non decidono mai. Se anche tu hai difficoltà a risolvere efficacemente i problemi a lavoro o nella vita privata, continua a leggere: ti parlerò di come sviluppare o migliorare questa abilità.
Cos’è il problem solving?
Letteralmente, il problem solving si traduce con soluzione di problemi. Andando più a fondo, si tratta di un processo cognitivo e comportamentale attraverso il quale la persona cerca di identificare o scoprire soluzioni efficaci ed adattive a problemi specifici che si presentano nella vita quotidiana. Sappiamo bene che i problemi bussano alla nostra porta ogni giorno: quello che possiamo fare è diventare sempre più efficaci nel risolverli.
Questa competenza rientra tra le cosiddette soft skill, cioè le capacità relazionali e comportamentali che indicano il modo in cui ci poniamo rispetto al contesto lavorativo. Il perché è facilmente intuibile: in un mondo costantemente in cambiamento, essere in grado di gestire qualunque problematica diventa una capacità fondamentale!
Ci sono persone che se la cavano benissimo con la risoluzione dei problemi. Se non sei tra queste, non scoraggiarti: il problem solving è un’abilità che può essere acquisita da tutti!
Vediamo insieme quali sono i 4 passi.
1 – Definire e formulare il problema
Il primo passo consiste nel raccogliere quante più informazioni possibili sul problema.
Analizza la situazione, vai a fondo e individuane l’origine. Cerca di identificare tutte le variabili in gioco. Potresti chiederti:
- Di cosa si tratta?
- Chi sono le persone coinvolte?
- Ci sono dei vincoli o si può procedere liberamente?
- Quanto tempo ho a disposizione?
- Quali risorse possiedo?
Nel rispondere a queste domande, utilizza un linguaggio operazionale e concreto che spieghi il problema in maniera chiara e realistica: inoltre, cerca di separare i fatti oggettivi da inferenze e opinioni personali.
Se ti trovi in una situazione complessa, scomponila in piccole parti e analizzale singolarmente. Ricorda che il problema va sempre contestualizzato, per comprendere le ripercussioni che può avere sul benessere personale o sociale.
Infine, definisci degli obiettivi: solitamente consiglio di individuare sia gli obiettivi generali che quelli specifici per avere un quadro completo degli step da affrontare.
2 – Generare soluzioni
Questa è la fase più creativa in cui sei chiamato a produrre il maggior numero possibile di soluzioni diverse. La tecnica maggiormente usata è il brainstorming, letteralmente tempesta di cervelli. Solitamente viene svolto in piccoli gruppi, quindi è perfetto se si sta svolgendo un problem solving in un contesto aziendale. Tuttavia, anche a livello individuale, possiamo applicare gli stessi 3 principi:
- Quantità: produrre il maggior numero di alternative possibili.
- Assenza di giudizio: nessuna valutazione o critica sulle idee proposte.
- Varietà e creatività: proporre tutto ciò che passa per la mente, anche le idee più originali o strane.
In questo primo momento, chiamato fase divergente, lo scopo è associare gli elementi del problema a qualsiasi tipo di soluzione, anche in maniera inusuale. Ti consiglio di tenere traccia scritta di ogni idea attraverso pennarelli, fogli, cartelloni, post-it: in questo modo, non perderai nessuna idea e avrai un quadro completo di tutte le proposte.
Successivamente, nella fase convergente, si valutano tutte le alternative e si scelgono quelle che possono trasformarsi in un’azione originale e praticabile.
3 – Prendere una decisione
Questa è la fase più delicata del problem solving in cui si sceglie l’alternativa migliore. Ci sono 3 aspetti da valutare:
- Efficacia: mettendo in pratica questa soluzione, quante probabilità ho di raggiungere l’obiettivo?
- Fattibilità: posso mettere in atto questa alternativa? Ho le risorse necessarie in termini di tempo/persone/denaro?
- Conseguenze: quali saranno le conseguenze di questa scelta per me e per chi mi circonda?
La scelta cadrà sull’azione che sembra più in linea con le tue aspettative di successo e con la tolleranza di un possibile fallimento. La soluzione migliore non è necessariamente la soluzione perfetta e comporta comunque un certo grado di rischio.
4 – Implementare la soluzione e verificare
L’ultimo passo del problem solving consiste nella pianificazione e messa in atto della soluzione scelta. È importante organizzare l’azione in maniera precisa e sistematica, senza tralasciare nessun dettaglio.
In seguito, bisogna valutare l’esito di tale decisione: questo ti permette di verificare se le azioni intraprese sono sufficienti o se necessitano di qualche modifica.
Non sottovalutare mai questa fase: ogni idea può sembrare perfetta, ma solo l’impatto con la realtà te ne darà, o meno, conferma.
Conclusioni
Per pensare e agire in modo efficace, le abilità di problem solving sono indispensabili. A volte i problemi sembrano ostacoli insormontabili: probabilmente perché crediamo che non ci sia una soluzione o non sappiamo come procedere per fronteggiarli. Se invece sai come affrontare le difficoltà, le probabilità di successo saranno maggiori.
Mettiti subito a lavoro e contattami qui se hai bisogno di aiuto!
Lisa Bellaspiga – Psicologa e Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale
[Fonte Immagini: Pixabay]