La rabbia è un’emozione primaria: ci accompagna sin dalla nascita e rappresenta la risposta ad una possibile minaccia. Tutti noi la proviamo quotidianamente in tutte le sue sfumature, tuttavia per qualcuno può essere un’emozione davvero difficile da gestire. E il prezzo che si paga per questo è molto alto: in generale, le relazioni interpersonali sono quelle che ne risentono maggiormente.
Non ci arrabbiamo solo con chi non ci piace, anzi, spesso sono proprio le persone più vicine a noi i bersagli più frequenti.
Rabbia e lavoro
L’ambiente lavorativo può essere fonte di frustrazione e mettere a dura prova la tua pazienza: non è sempre facile gestire le scadenze, i compiti da svolgere e soprattutto i rapporti con i colleghi e i clienti.
Tuttavia, le persone che riescono ad avere delle buone relazioni interpersonali hanno anche un buon successo professionale: infatti, sono in grado di collaborare per raggiungere gli obiettivi aziendali e sono viste in maniera più positiva dai clienti che le preferiscono proprio per il rapporto che riescono ad instaurare.
Rabbia e famiglia
L’ambiente familiare è il luogo dove la rabbia può esplodere più facilmente. La sicurezza nei rapporti familiari scioglie ogni freno e le emozioni vengono espresse senza filtri: inoltre, dalle persone più care ci aspettiamo più comprensione o ascolto, e quando questo non accade proviamo una maggiore frustrazione.
Tuttavia, anche in questo caso le conseguenze possono essere estremamente negative: i familiari potrebbero allontanarsi e i figli apprendono modalità disfunzionali di gestione delle situazioni problematiche, che portano, anche al di fuori del nucleo familiare, a comportamenti maggiormente aggressivi.
A cosa serve la rabbia
Come tutte le emozioni, anche la rabbia ha una funzione adattiva: è connessa all’istinto di difendersi per sopravvivere o alla risposta ad un torto subito o percepito. Pertanto, non possiamo considerarla un’emozione negativa a prescindere dalla situazione.
Diventa disfunzionale quando si attiva in circostanze che in realtà non costituiscono una minaccia per l’individuo, oppure quando genera una sofferenza individuale o compromette le relazioni sociali. Le conseguenze peggiori sono legate alla messa in atto di azioni che danneggiano se stessi o gli altri.
La rabbia è stata vista come il motore che permette di affrontare le situazioni difficili. Può sembrare che sia così perché quando siamo arrabbiati sentiamo dentro di noi un’energia immensa. In realtà non ha mai con sé la lucidità che permette di gestire in maniera efficace i problemi.
Come affrontare la rabbia
Diversi studi dimostrano l’efficacia della Terapia cognitivo comportamentale per il trattamento di problemi connessi alla rabbia e all’aggressività.
Il focus dell’intervento è il riconoscimento dei pensieri che generano la rabbia. Come ti avevo spiegato in questo articolo, non sono le situazioni a generare le emozioni, ma il nostro pensiero sugli eventi che viviamo. Nel caso della rabbia disfunzionale, nell’individuo si attivano pensieri automatici negativi in base ai quali le situazioni vengono interpretate in maniera erronea.
Mettiti in gioco
Prova a fare questo esercizio per analizzare una situazione in cui hai provato rabbia:
- Prendi un foglio e dividilo in 3 colonne chiamate A, B e C
- Nella colonna A scrivi la situazione che hai vissuto
- Nella colonna B riporta tutti i pensieri che hanno affollato la tua mente durante l’episodio
- Nella colonna C scrivi le reazioni emotive e i comportamenti che hai messo in atto
Questo schema ti darà un quadro ben preciso della situazione. Ora, analizza i pensieri della colonna B e prova a metterli in discussione: l’obiettivo è riconoscere i pensieri disfunzionali negativi, comprendere quanto siano rigidi e generalizzati e valutarne l’utilità. Spesso si tratta di credenze disfunzionali che hanno bisogno di essere sostituite con altre credenze alternative e funzionali.
So che non è un esercizio semplice, perché non siamo abituati a identificare i pensieri che generano le emozioni. Tuttavia, questo è il primo passo per una migliore conoscenza di se stessi!
Altre strategie per la gestione della rabbia
Nella terapia individuale, unitamente al lavoro sull’aspetto cognitivo, spesso si propone un training sulle abilità di problem solving. Infatti, l’individuo ha bisogno di mettere in pratica dei comportamenti alternativi che gli permettano di gestire meglio le situazioni più difficili.
Inoltre, si può associare l’apprendimento di una tecnica di rilassamento: l’obiettivo è controllare l’attivazione fisiologica dell’individuo e rendere più efficaci gli interventi.
Ultimi consigli
Gestire la rabbia non è sempre facile: qualcuno ce la fa da solo, qualcun altro invece ha bisogno di un supporto psicologico o di una terapia individuale. L’importante è affrontare quanto prima il problema per evitare conseguenze estremamente negative.
Per concludere, voglio sottolineare alcuni punti chiave che ti aiuteranno nel processo di cambiamento:
- Ammetti di avere un problema con la rabbia. Per entrare in contatto con questa emozione, hai bisogno osservarti e ammettere a te stesso di avere una difficoltà: solo così puoi impegnarti a ridurla e a gestirla.
- Accettati con la tua rabbia. Lascia perdere il biasimo o le autocolpevolizzazioni: è inutile piangersi addosso! La rabbia è un’emozione assolutamente normale, quindi puoi provarla: l’importante è saperla gestire. Il cambiamento passa attraverso l’accettazione di se stessi come esseri fallibili.
- Assumiti la responsabilità della tua rabbia. Basta dare la colpa delle tue emozioni agli altri o alle situazioni che vivi! Sei tu l’unico responsabile dei tuoi pensieri e quindi delle tue emozioni. Impegnati a cambiare i pensieri automatici e potrai rimuovere gran parte delle emozioni indesiderate o inappropriate.
- Metti in discussione i tuoi pensieri automatici. Dopo averli identificati, bisogna contestare e sfidare attivamente e costantemente le tue convinzioni disfunzionali: è un lavoro impegnativo, ma ne vale la pena!
Spero di esserti stata utile! Se vuoi approfondire il tema, contattami qui, sarò felice di aiutarti.
Lisa Bellaspiga – Psicologa e Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale
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